SAGGIO DI FINE ANNO 2017
Il saggio di quest’anno si intitola “La città di Yubaba”, ed è tratto da un capolavoro dell’animazione giapponese dal titolo “La città incantata”.
Il saggio è il nostro modo di portare in scena gli allievi di tutte le discipline per dimostrare ciò che hanno appreso in un anno di lezioni, per dare loro l’opportunità di esibirsi su un palcoscenico, e perché possano regalare emozioni ad un pubblico… che troviamo di anno in anno sempre più attento e preparato. Scegliere lo “scenario” che fa da sfondo comune a tutto questo non è semplice, ma è sempre una grande sfida!
La musa di quest'anno l'ho cercata in un tema che potesse portarvi a contatto con la natura, con la fantasia, con i sentimenti profondi legati alla crescita ed alle esperienze quotidiane. L'oriente mi è sembrato un ambiente interessante, ed in questo parco di elementi - per molti ancora parecchio sconosciuto - mi sono imbattuto nel cinema di un regista che forse ricorderete per essere l'autore del cartone animato Lupin III, ma che in realtà ha avuto nella sua patria e nel mondo una ininterrotta e luminosissima carriera: Hayao Miyazaki.
​
Ecco le motivazioni della mia scelta:
Il film racconta la magica avventura di Chihiro nelle terme degli spiriti della strega Yubaba; un viaggio allegorico che delinea, attraverso la scoperta di valori come l’amicizia e la disciplina, il passaggio dall’infanzia all’età adulta.
​
Tra gli omaggi a cult come “Alice nel paese delle meraviglie”, “Pinocchio”, “Il mago di Oz” e l’influenza della cultura popolare giapponese, La città incantata insegna ad affrontare le difficoltà della vita; una fiaba pedagogica che, tra intimismo ed entertainment, diviene un classico dello Studio Ghibli celebrato in tutto il mondo.
Ecco perché, dopo 16 anni dalla consacrazione dell’animazione giapponese in Occidente, vi do 4 buone ragioni per entrare ancora una volta nella Città incantata di Hayao Miyazaki.
​
1. È un anime da Oscar
“Qualunque sia il risultato di un film, me ne servo per crescere e migliorare”. Con queste parole Hayao Miyazaki commentava lo straordinario successo della Città incantata; il capolavoro che, sin dalla presentazione al Festival di Berlino 2002, riscrive la storia del cinema di genere. Conquistato l’Orso d’oro alla kermesse internazionale, il cult dello Studio Ghibli è il primo e unico Anime giapponese a vincere l’Oscar per il miglior film d’animazione.
2. I bizzarri personaggi
“Sento odore di esseri umani”, affermano i personaggi che compongono l’universo incantato del film di Hayao Miyazaki; creature che, lontane dal dualismo buoni-cattivi dell’animazione occidentale, non nascondono l’ambiguità della loro natura. Yubaba, la strega dalla testa e dal naso tre volte più grandi rispetto al corpo, ruba l’identità agli esseri umani che entrano nelle sue terme; una figura severa e autoritaria che diventa un simbolo dello Studio Ghibli. Kamaji, lo spirito che lavora nelle caldaie, impartisce con sei braccia ordini alle palline di fuliggine. Tra gli abitanti più misteriosi della Città incantata c’è lo spirito Senza Volto che ingloba chiunque si imbatta nel suo cammino.
Le creature del regno di Yubaba nascono dallo studio dettagliato del mondo animale, inoltre nei nomi dei personaggi principali sono contenute alcune delle loro caratteristiche fondamentali: Kamari e Yubaba significano rispettivamente “uomo della caldaia” e “signora delle terme“.
​
3. Le musiche di Joe Hisaishi
Senza l’emozionante colonna sonora di Joe Hisaishi, La città incantata non sarebbe la stessa cosa. Orchestrate dalla New Japan Philharmonic e premiate con il Japan Gold Disc Award e il Tokyo Anime Award, le note del compositore costituiscono il tassello fondamentale del film. Una melodia che, attraverso la poesia di un pianoforte, regala un toccante accompagnamento ai dialoghi e alla narrazione.
​
4. Una storia morale, tra critica al capitalismo ed ecologia
“Se non lavori, Yubaba ti trasformerà in un animale”. Dietro la superficie animata, Hayao Miyazaki nasconde una riflessione sulla società capitalistica giapponese e sulla perdita di identità della nazione. La protagonista della storia sopravvive al materialismo cercando la spiritualità dove non sembra più esserci; un’avventura che sottolinea l’erosione dello spirito nipponico dal consumismo dilagante.
Chihiro, Kamaji e Yubaba sono rispettivamente una bambina privata dell’infanzia, una macchina costruita per ottimizzare il lavoro e l’incarnazione della supremazia dell’Occidente. Tra critica al capitalismo e spirito educativo, La città incantata è il viaggio iniziatico di Chihiro, l’innocente che resiste ai tentativi dello spirito Senza Volto di conquistare la sua amicizia con il denaro. Lo spirito ecologico torna preponderante nella sequenza del dio del fiume, una brillante allegoria dell’inquinamento e della distruzione dell’ambiente...
​
Sfumature che rendono La città incantata una metafora spirituale e un cult senza tempo che oggi, come quindici anni fa, continua a rendere credibile l’incredibile.
​
Vi aspettiamo a teatro con...
LA CITTA' DI YUBABA
Buon divertimento!
​
Marco Ambrosone
Direttore Artistico
Centro Studio Danze ICARO A.s.d.